L’Associazione Vergini Sanità: maggiore consapevolezza del territorio

Descrivere la zona della  Sanità non è una impresa semplice.

Sono tanti i pregiudizi che nel corso dei secoli hanno soffocato le forze e le risorse umane e culturali di questo rione della città di Napoli. Si tratta di una zona “di confine”, di limite, spesso isolata dal resto del contesto cittadino e da cui “nascondersi”.

L’Associazione VerginiSanità nasce nel 2010 per portare nuova luce sul borgo dei Vergini (un’area che precede il quartiere Sanità) e far rivivere il suo potenziale culturale con maggiore consapevolezza.

L’associazione Vergini Sanità pone un nuovo faro sul quartiere Sanità

Negli ultimi anni il risveglio culturale che sta attraversando la città di Napoli pone un nuovo approccio e un nuovo sguardo su questo rione, puntando sulle potenzialità e sulle opportunità che si possono generare dal suo interno.

Il borgo Vergini, da sempre a vocazione mercatale, è patrimonio antichissimo di evidenze storico-artistiche.

É proprio partendo dal borgo Vergini, e passeggiando per l’intero quartiere Sanità, che si incontrano  testimonianze storiche che attraversano diversi secoli. Evidenze archeologiche antiche di 2400 anni, ipogei greci, passando per le catacombe, i fasti del periodo romano, giungendo al barocco impetuoso e alle numerose chiese riaperte nel secolo XIX.

Abbiamo incontrato Stefano Fusco, protagonista attivo dell’Associazione VerginiSanità, che ci ha raccontato il progetto di recupero del territorio. L’Associazione si impegna a garantire una maggiore attenzione al grande patrimonio locale, invogliando la cittadinanza ad agire con il supporto delle associazioni e delle istituzioni locali.

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Un tratto sotterraneo dell’Acquedotto del Serino

La scoperta dell’Acquedotto romano del Serino

Tutto sembra germogliare quando nel 2014 avviene la “fortuita” scoperta di un tratto dell’Acquedotto del Serino, un’opera idraulica e ingegneristica lunga ben 100 km, un progetto di grande complessità. Si tratta di un’opera poderosa che l’imperatore Augusto volle fa costruire circa 2000 anni fa. L’acquedotto parte dalla provincia di Avellino (Serino) e fu pensato per sostenere l’intera rete idrica in Campania con un imponente sistema di canalizzazione, fino a confluire nel grande serbatoio romano della Piscina Mirabilis, nella zona di Bacoli.

La scoperta di un complesso acquedotto romano a 5 metri di profondità dall’attuale piano di calpestio ha permesso di mettere un faro su questa area archeologica e ha ispirato la realizzazione di una “rete” con le associazioni locali sul territorio. Guarda il video tratto dalla Pagina Facebook Associazioni VerginiSanità:

Servizio a cura del TG5 sulla scoperta di un tratto dell' Acquedotto di epoca Augustea nel Rione Sanita'.

Pubblicato da Associazione VerginiSanità su Martedì 6 ottobre 2015

Il progetto di crowdfunding dell’Associazione Vergini Sanità

Il progetto di fruizione e di valorizzazione dell’Acquedotto è stato candidato sulla piattaforma di crowdfunding Meridionare, che mira a dare supporto alle progettualità delle associazioni del territorio locale.

Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare il sito archeologico e di sistemare i locali superiori dove viene svolta attività di accoglienza e di promozione dei progetti in essere. Da circa 2 mesi l’obiettivo della raccolta fondi è al 60% e terminerà entro fine marzo.

La riscoperta dell’antico acquedotto augusteo del Serino, la cui azione di recupero è condotta con l’appoggio dell’Arciconfraternita dei Pellegrini proprietaria dei locali, ha una profonda connotazione sociale.

La realizzazione di questo progetto è solo il primo tassello di un progetto più grande, che cerca, nel suo insieme, di tenere viva l’attenzione sull’eccellenza storico-culturale del quartiere Vergini-Sanità.

Il senso identitario tra abitanti e “pietre” è un segno chiaro e forte di consapevolezza della rilevanza del proprio patrimonio culturale.

Secondo Stefano Fusco, Napoli è #caotica: nel caos trova la sua origine, nel caos vive, si alimenta e ne fa la propria cifra distintiva”.

Articolo a cura di Lea Bello